Con il termine downtime si definisce l’intervallo di tempo durante il quale i sistemi informatici dell’azienda subiscono un blocco, a causa di incidenti, guasti, furti o cyber attacchi.
Un fermo dei sistemi può essere molto oneroso per l’azienda che lo subisce. La paralisi dei sistemi, infatti, comporta una serie di costi per la ripartenza, ma occorre ragionare anche in termini di mancato guadagno e di danno d’immagine verso i propri clienti.
In poche parole, se i server, i computer, i software gestionali e le linee di produzione sono ferme, l’azienda non potrà generare profitto e subirà delle perdite.
Le principali cause di un downtime
Un downtime può essere causato da eventi come:
- Disastri naturali (alluvioni, allagamenti, terremoti)
- Incendi
- Furti
- Guasti all’hardware
- Malfunzionamenti dei software
- Virus e Ransomware
Da una ricerca dell’Uptime Institute, “2020 Data Center Survey, è emerso che un terzo delle aziende intervistate ha sperimentato almeno un’interruzione alla continuità operativa del proprio data center negli ultimi 3 anni.
Tuttavia, la buona notizia è che la maggior parte degli incidenti potevano essere prevenuti. In particolare, attraverso un maggiore investimento nell’infrastruttura IT e attuando una strategia di Disaster Recovery.
Come diminuire il rischio di un downtime?
Purtroppo incidenti e guasti non sono un’ipotesi così remota ed è fondamentale che ogni azienda prenda consapevolezza dei rischi. Inoltre è importante capire cosa occorre fare qualora si fosse costretti ad affrontare un downtime.
Lavorare sulla prevenzione è il miglior modo per ridurre i rischi e diminuire l’impatto di un eventuale fermo dei sistemi.
Ad esempio, dotandosi della giusta tecnologia e valutando un servizio di monitoraggio proattivo dell’infrastruttura.
Guarda il video per approfondire il concetto di downtime e capire quali sono le principali cause di un fermo dei sistemi.
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